Tab Article
Nel panorama storiografico sull'editoria abruzzese c'è ancora un vuoto da colmare, ancora un debito di riconoscenza da estinguere: quello col tipografo-editore di Casalbordino Nicola De Arcangelis (1863-1933), geniale impressore di tante voci alte e libere della cultura regionale e nazionale. Il lavoro è teso non solo a ricostruire la sua coraggiosa impresa, ma anche a soppesarne la presenza e l'incidenza nel tessuto socioculturale abruzzese. Non solo la sua biografia, il suo lavoro e la sua produzione, dunque, ma un'indagine più penetrativa nelle motivazioni personali, nella cornice storica e nell'emanazione civile. E tutte lo acclarano nitidamente, sia come figura imprenditoriale - che vibrava all'unisono con un'azienda imperniata sull'"uomo" De Arcangelis, col suo entusiasmo, ingegno e socialità - sia come operatore culturale, capace, pur tra retaggi socio-culturali e frustrazioni ambientali, di ritagliarsi uno spazio e una ragione nel mondo editoriale fra Otto e Novecento, attestandosi soprattutto come testimone e promotore della rinascita della cultura regionale; averne curato con stile e rigore la vestizione e la divulgazione è ciò che gli rende principalmente onore e merito. E molte sue edizioni ancora si stagliano esemplari e ancora grondano inchiostro indelebile, per avere in quell'epoca gettato il seme e il sasso della riscossa identitaria abruzzese.