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"Stabat Mater" è un romanzo profondamente intimista e introspettivo, ambientato nella più ampia cornice storica della Venezia dei primi del '700. La storia di Cecilia, la protagonista, è raccontata dalla sua stessa voce sotto forma di diario epistolare; diario che l'orfana violinista scrive freneticamente nelle sue notti insonni all'interno dell'Ospitale della Pietà, uno degli orfanotrofi storicamente esistiti nella città lagunare, luogo di cristiana pietà e di profonda solitudine e isolamento per le sue giovani ospiti. Cecilia è attraversata da molteplici e multiformi tormenti: al malessere e alla ricerca della propria identità tipica dei suoi sedici anni si somma infatti la sensazione, palpabile e quasi rassicurante nel suo costante riproporsi, della Morte; per la giovane, però, è compagna ancor più grave l'angoscia che si accompagna al senso di vuoto lasciato dalla madre mai conosciuta e destinataria, più ideale che reale, delle lettere che Cecilia scrive, nel buio, utilizzando come carta gli spartiti musicali. La piccola storia di Cecilia si intreccia, seppur brevemente e senza pretese di fedele ricostruzione storica da parte dell'autore, a quella del geniale Prete Rosso: il rapporto conflittuale che si instaurerà tra la ragazza e il celeberrimo compositore condurrà Cecilia a trovare la propria strada e a compiere, infine, un audace gesto di emancipazione ed autonomia. La lettura è di Alessandra Bedino.