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"L'homme est là, léger comme le vent, libre et fou, solide comme un roc, à la derive comme un satellite", scrive David Tremlett nel 1985 sulla parete del Centre Pompidou di Parigi. A distanza di tempo questa frase è il simbolo della sua poetica. Tremlett è un nomade contemporaneo. È un viaggiatore, ama l'imprevisto e il caso. La sua stanza d'artista sono i viaggi, il suo studio è il mondo. The Thinking in Space ripercorre il suo cammino dalle prime sperimentazioni concettuali, in uno studio-garage alla periferia di Londra, alle registrazioni dei suoni della natura nella campagna inglese, dal viaggio a piedi fino in Australia ai wall-drawings dipinti sui muri con le mani nelle zone remote della Tanzania e nel deserto del Texas, a quelli nelle cappelle di campagna come la Madonna delle Grazie sulle colline delle Langhe e Notre-Dame-des-Fleurs a Moric in Francia, che si raggiunge solo a piedi. Il suo lavoro può durare un giorno o per sempre: ora la Tate Britain per la sua collezione permanente gli ha commissionato una grande opera, "Drawing for free Thinking".