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Riflessioni sulla prima grande guerra, vista e vissuta dalla trincea, dal fronte, dal campo di prigionia di due mondi diversi, opposti, ma così simili e ugualmente condivisi; le osservazioni di Luigi Giavini nascono dal raffronto e incontro di stralci di diari appartenenti a due "nemici" che svelano entrambi, nel corso delle pagine del libro, tutta la loro interezza, debolezza e umanità: il bustocco Battista Giavini, zio del padre dell'autore, e Rudolf David, tedesco, prigioniero nel lager di Busto Arsizio. Le pagine dei diari sono permeate dalla grande storia, dalla fatica di combattimenti continui, dalla sofferenza fisica e dal costante pensiero alla famiglia, agli affetti più cari, alla vita vera. Nonostante tutto, il male, la violenza e la prepotenza della guerra sono affrontati e combattuti dai due "protagonisti" attraverso piccoli gesti semplici, grazie al sentimento di compassione e di condivisione che permette di rimanere saldi, in piedi, vivi. Un libro di memoria, per non dimenticare e censurare nulla, ma insieme di speranza, d'attaccamento alla vita e di incessante dignità umana.