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Il secondo volume dell'edizione italiana degli "Usi e costumi" del padre Lafitau corrisponde al capitolo quarto contenuto nel primo dei due volumi della prima edizione originale francese del 1724. È il capitolo consacrato alla religione. Ha inizio così una analisi coraggiosissima ed erudita lungo la quale Lafitau tenta di stabilire, e a suo modo stabilisce, una comparazione 'à l'échelle du monde' del fatto religioso. Egli è convinto che tutte le manifestazioni mistiche e trascendenti abbiano una sola e identica fonte a partire dalla quale le religioni del mondo presero forma per degenerazione, corruzione e allontanamento da questa origine. La teoria di base, per un verso oggi unanimemente rifiutata dagli storici e dagli antropologi, consentì però a Lafitau di accostare agevolmente i culti degli Indiani Uroni a quelli dell'antica Grecia, le credenze cinesi a quelle della tradizione cristiana contribuendo alla fondazione di quella scienza dell'etnologia religiosa su cui, per una paradossale efficacia della eterogeneità dei fini, si è in seguito mossa la riflessione sulle varie religioni dell'uomo.