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Tra le straordinarie ricchezze artistiche della Toscana il Castello di Sammezzano è certamente, l'unicità assoluta, per la trama di straordinarie suggestioni e l'irripetibile fioritura ornamentale di questo autentico fairy tale voluto a partire dalla metà del XIX secolo dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, committente e architetto insieme. Ma Sammezzano non è soltanto una sorta di stampa anastatica dell'Alhambra di Granada e delle sue fatate seduzioni islamiche, folie immaginifica e sontuosa, colta e disneyana insieme, affascinante e in qualche modo provocatoria, ma la realizzazione di un sogno di Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona. Il gentiluomo toscano, dal 1843 dedicò il resto della sua esistenza alla trasfigurazione di quella che fino a quel momento era stata una semplice villa. Un palcoscenico di eclettismi e contaminazioni letterarie e stilistiche, dove l'incipit è dato dal bianco abbagliante e ricamato della "Sala degli Amanti", in cui si intrecciano forme gotiche e moresche, per poi esplodere, nella fantasmagoria cromatica, degli ambienti successivi. Sale e saloni, sono animati da un'immensa volontà di ornamentazione che trae ispirazione del linguaggio artistico moresco.