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Golan Haji, poeta curdo siriano, attraverso le sue poesie riesce con analogie, similitudini, ellissi prodigiose e urticanti paradossi a descrivere la guerra, la bellezza, il sangue e l'amore. Della guerra le punte delle lance che trasformano il corpo della terra in contundente. Della bellezza lo sguardo di bambino che lievita nella poesia di luoghi magici e il desiderio nascosto dietro la spalla e sotto le ciglia. Dell'orrore, violenze e paure, gli effetti collaterali, l'abbandono e il sudario di silenzio che tutto ricopre. Della condizione dell'esilio l'alternanza di domande, disperazione e ironia nello sguardo della storia. Questi alcuni temi che compongono la prima raccolta italiana delle poesie di Golan Haji, scritte negli ultimi due anni, proposte al lettore italiano con il testo arabo originale a fronte. Il poeta, nato nella cittadina curda di Amouda nel nord-est della Siria, che in filigrana abita queste pagine, scrive in arabo.