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Il principio che per lungo tempo ha regnato all'interno dell'ordinamento giuridico italiano, garantendo l'irresponsabilità penale dei soggetti diversi dalla persona fisica, è caduto sotto il peso del cosiddetto "decreto 231": la strada che il Parlamento, e l'Europa, hanno percorso non consente più un ritorno al passato e alle precedenti forme d'irresponsabilità penale nell'esercizio dell'attività di impresa, e può considerarsi come la punta dell'iceberg della revisione dell'intero corpus normativo societario, che proprio qualche anno dopo l'entrata in vigore del "231" ha subito riforme sostanziali e organiche. Nel testo, dopo aver analizzato le soluzioni intraprese in ambito internazionale e le difficoltà incontrate dal Parlamento italiano per creare una normativa coerente col significativo contenuto dell'art. 27 della Costituzione della Repubblica, viene descritto il contenuto della responsabilità "penale" delle società per i reati commessi dagli organi che le compongono, nel loro interesse e vantaggio, e la procedura da seguire per farle sedere sul banco degli imputati.