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In una prosa improntata alla ricca oralità di un tempo, Jiménez Lozano ci racconta le sue "storie di uomo" e ci guida in una critica radicale del nostro tempo. Le sue annotazioni fulminano un mondo in cui niente importa al di fuori del potere o del successo, muovono dal fondo stesso della cultura classica, della lettura biblica e del pensiero europeo. I suoi diari si dispiegano in questa continua antinomia tra l'abiezione di tanti fatti e periodi della storia umana, tra i soprusi e le prepotenze degli uomini e la loro lunga scia di disagio e disgrazia, e, dall'altra parte, la meraviglia del creato, i colori, i volti, i momenti del giorno e delle stagioni, i gesti gratuiti di valore, di pietà e generosità, e le loro pitture e narrazioni. I quaderni di Rembrandt contengono note di pensiero, osservazioni della miseria e della meraviglia del mondo, piccole storie di fragilità e di bontà di persone incontrate per strada o per la strada dei libri, offese e umiliazioni che l'autore ritrova quando scende nella piazza del mondo o quando sale alla piazza pubblica dei libri, avvisi e allarme riguardo al nostro tramonto come civiltà.