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La figura femminile ha da sempre avuto un ruolo ambivalente per Cesare Pavese: dalla "donna dalla voce rauca" (Tina Pizzardo) alla "donna venuta di marzo" (Constance Dowling), esprime la ragione prima dell'esistenza e l'ultima speranza prima del suicidio dando voce ad un sentimento tanto autentico, quanto disperato. Attraverso un excursus letterario dell'opera pavesiana, dal neorealismo degli inizi fino al concetto di mito, si è analizzata la sua opera più cara, ovvero "Dialoghi con Leucò", al cui interno assume un ruolo significativo il dialogo "La belva". Infatti la figura della dea Artemide, protagonista della vicenda, chiarisce in modo suggestivo la percezione della creatura femminile per il poeta. Ci è sembrato, a questo proposito, di intravedere un collegamento tra "la belva" e le figure delle donne più importanti della sua vita.