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Parlare di misura e di valore di misura in un'epoca, come la nostra, equivale a realizzare la presumibile superiorità di ciascun uomo nei confronti di un altro, mentre per il Bruno e per lo Spaventa, suo peculiare interprete, la misura va presa come termine di confronto e di sfida che tutti gli individui lanciano nei confronti del destino che sembra così stretto in quanto oppresso dalle misure. Per oltrepassare le misure oppressive i filosofi si debbono, pertanto, liberare della dialettica della quantità e della qualità, per prendere la strada opposta dell'impulso che liberamente, sfidando il destino, è in grado di realizzarlo, di là dal tempo che in ogni caso prende sempre e pur in ogni modo le misure adeguate per noi.