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"Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui regna la civilizzazione capitalista. Questa follia è l'amore per il lavoro". Negli ultimi decenni dell'Ottocento, l'autore - militante comunista di origine cubana e genero di Karl Marx - vede con orrore che il movimento operaio abbocca all'esca della "ideologia del lavoro": lavoro alienante, degradante, svolto da donne e bambini, con orari e ritmi insostenibili. Questo testo è la denuncia della condizione operaia e delle contraddizioni del capitalismo, che produce un'immane quantità di merci e che deve mantenere categorie improduttive (politici e militari) per avere qualcuno a cui vendere quella "robaccia". Ma l'autore rassicura: "Una risata li seppellirà".