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La periferia urbana è stata sempre vista dalla letteratura scientifica in un'accezione negativa: "luogo degradato" nel migliore dei casi, "non luogo" in una definizione largamente condivisa. A ben guardare accanto ad una periferia zonizzata, fatta di "palazzoni" senza qualità estetiche, esistono realtà spontanee con una precisa identità figurativa e con un ben definito patrimonio lessicale. La prospettiva semiologica di questo libro, in tal senso, è volta a ricercare in modo sistematico il legame tra certe soluzioni formali dell'architettura d'avanguardia e medesimi elementi lessicali di manufatti poveri autocostruiti, fornendo uno strumento conoscitivo strategico, prima di lasciare il passo all'intervento concreto sul territorio.