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Il mondo poetico di Catia Carlon si offre il più possibile definito, e non per suggestioni, alla comunicazione, alla relazione, come dono delle esperienze vissute. Quali frutti, dunque, si colgono? Parrebbero quelli della vita giornaliera, sia nella realtà più umile della vegetazione che negli affetti umani. Scoprendo poi che la veneta natura campestre, colta nel mutare delle stagioni, è però sempre attraversata dalla meraviglia. Così gli alberi, come madri custodi di vita nei loro cuori vegetali, sono ponti verso l'infinito. Così, come lo sono un cielo, una creatura, un sorriso, una desiderio... Sono frutti del bosco, frutti dell'anima.