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"Il mio problema è senza scappatoie. Ho paura della parola Buio con tutto quello che può starci dentro: mostri, fantasmi, scheletri e vampiri". In questo racconto l'autore narra di quella speciale paura, regina delle notti di molti bambini, che è la paura del buio, tanto avvolgente quanto apparentemente invincibile. Quando cala il silenzio ed il mondo perde tutti i suoi colori, proprio quando risulterebbe impossibile distinguere una pianta di melo da una sedia, il piccolo protagonista decide di provare ad affrontare tutto quel nero abitato da creature sconosciute, attribuendogli un nome amico... ma un tale espediente potrà funzionare con la spaventosa paura del buio? E non è forse nel capire che "non c'è trippa per mostri" che si inizia a diventare grandi?