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In un'epoca di veloce, ma fredda corrispondenza, Silvia riprende dal cassetto la penna stilografica e scrive alcune lettere all'amica Ilaria. Il fiume azzurro della scrittura, incomincia così a trasportare parole, immagini, situazioni, che alla fine racconteranno la storia di Angelo e Mara, anche se volevano comunicare solo l'accadimento di un ritorno. Dalla memoria riemergono la voce, il colore e il profumo del paese di alcuni anni prima. È un microcosmo d'affetti, un palcoscenico mai vuoto, in cui in ore diverse ciascun personaggio, vive da protagonista nella coralità e ridisegna la vita semplice e generosa del quartiere.