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Al centro di Phnom Penh c'è una costruzione bianca che sembra un vascello sbattuto dal vento, dove decine di giovani prostitute affrontano un quotidiano che non sembra neppure più vita. Arrivate dalla campagna, hanno venduto alla capitale la loro verginità lavorando per nutrire la famiglia. Stordite dalla droga, resistono alla perdita d'identità e di riferimenti. È possibile credere in un avvenire migliore? Ascoltando come testimone le loro storie e le loro speranze senza mai cadere nella commiserazione, Rithy Panh registra i frammenti di un dramma che coinvolge circa trentamila donne cambogiane costrette a vendere il proprio corpo per sfuggire alla miseria. Rithy Pahn dona loro un nome, un volto, e infine la parola.