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Ernesto Tatafiore tenne la sua prima mostra personale nel 1969 proprio presso la galleria di Lucio Amelio con il quale stabilì negli anni un rapporto di collaborazione ed amicizia. L'artista affronta temi e figure che rimangono costanti nella sua produzione: la Rivoluzione francese e quella napoletana del 1799. Dietro l'ostentata semplicità formale, la sua pittura incrocia la memoria pubblica dell'uomo occidentale, ma anche ricordi dell'infanzia, oggetti, icone e simboli del paesaggio partenopeo sottratti alle stucchevoli rappresentazioni di maniera. Nella mostra attuale aggiunge ai suoi eroi i protagonisti del Futurismo, inteso come velocità e movimento, acceleratore di progresso della civiltà umana. La genialità creativa del maestro napoletano consiste nell'unire il viaggio nella Storia con le profondità dell'inconscio personale, in un itinerario che intreccia memoria pubblica e privata, avvalendosi dei linguaggi lievi dell'ironia, del gioco, della razionalità come affermazione di libertà e impegno etico. Un artista che, attraverso un segno grafico elegante e la scelta di una colorazione decisa, ha ritratto avvenimenti e protagonisti della storia con una straordinaria capacità compositiva, ottenendo una sintesi di semplicità non comune, con sentimento e suggestione, come se riuscisse a compenetrarsi nei personaggi storici con la propria interiorità. I suoi dipinti reificano lo svolgersi di esperienze formative filtrate attraverso la fantasia.