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Il "prodigioso tormento d'essere al mondo" è al centro dei versi intimi, struggenti di Stefano Simoncelli in questa raccolta. L'incedere del tempo scandisce la strenua ricerca di unione totale con la donna amata e l'inevitabile paura di abbandono, perdita, morte. Ma è la scomparsa della madre il momento culminante del suo errare. Come Perceval, ritorna a casa troppo tardi perché la madre è già morta, e di fronte al dolore di questa verità cerca di ricomporre la propria identità frammentata. Ora che lei non c'è più, può finalmente confessarsi il bisogno di esserle vicino, può urlare "ti voglio" con rabbia, la rabbia di non averlo saputo fare prima.