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"Mario Carafòli (1902-1985) apre un carteggio ispirato al paesaggio interiore marchigiano e legato al paese natale, Corinaldo. Non si tratta di una riduzione localistica, o di solo affetto venato di nostalgia: è una categoria della mente, un modo di respirare nelle ondulazioni infinite dei colli l'anima del mondo e di farne un parametro. Ritengo - e credo d'accordo il "caro sindaco" Fabio Ciceroni - che da questo paesaggio interiore muova la vita di Mario Carafòli, che sia questo l'imprinting nel suo modo di essere uomo, giornalista, fotografo e scrittore. L'uomo, il civis, il soggetto politico potrebbe definirsi un conservatore illuminato, ma io preferisco accostarlo agli "inattuali" del Novecento. In questo vedo il legame fra Mario e Fabio. Il giovane fresco di laurea che negli anni '60 fonda un circolo per rinnovare la vita culturale e civile del paese sembra riprendere i sogni e i propositi di Mario di tanti anni prima. Età diverse, inizi in parte simili, un tratto comune: l'orgogliosa appartenenza a una piccola civitas in cui si riflette la patria più grande, ma anche tratto distintivo del proprio essere uomini e cittadini. Per questo si sono incontrati." (Domizia Carafòli)