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"Si sente spesso parlare dell'esigenza di nuova evangelizzazione per contrastare il fenomeno del graduale abbandono della Chiesa da parte dei fedeli a cui stiamo assistendo in questi anni. Credo che una delle cause di questo fenomeno sia da ricercare nella difficoltà a comprendere e fare propri gli insegnamenti che la parola propone. Certo, la buona novella ha duemila anni e qualcosa è cambiato da allora nel mondo, quindi l'uomo ha esigenze diverse, problemi che richiedono un approccio diverso alla parola. In realtà il messaggio centrale, l'appello a cambiare vita per essere accolti nel regno dei cieli che il Signore ci rivolge, il messaggio di amore e di liberazione che ci dona, sono rimasti invariati. Credo, allora, che occorra solo cambiare il modo di 'porgere' questo messaggio: occorre trovare le parole giuste, dar loro una veste che sia in sintonia con i giorni che ci troviamo a vivere. Questo è il compito di coloro che 'porgono' la parola ai fedeli, di norma sacerdoti, e che ne danno una prima lettura con le loro omelie. È questa la ragione che ha mosso don Maurizio Roma a mettere per iscritto le sue Omelie festive, con grande umiltà e semplicità, e con il desiderio di fare qualcosa di utile sia per i suoi confratelli religiosi che ogni domenica affrontano la fatica di fare 'la predica', sia per i fedeli laici che hanno il desiderio di approfondire i temi che la parola propone".