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Fin dalle sue origini il giardino è stato una grande messinscena, con la quale l'Uomo ha voluto riprodurre un doppio della Natura. Ma per quanto possa somigliarle, il giardino non è la Natura. Esso è piuttosto una sorta di suo eterno "correttivo", teso tra un'eden perduto e un'irraggiungibile perfezione assoluta. Come il giardino anche il cinema è un artificio che ci dà l'illusione del vero, della vita e delle sue infinite espressioni. Come il cinema anche il giardino nasce da una "inquadratura", da una condizione di finitezza, che si contrappone a ciò che sta "fuori". Attraverso un inventario di opere cinematografiche, il saggio racconta oltre un secolo di contaminazioni tra il "contenuto" dello schermo e la "forma" del giardino.