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Nativo di Naucrati, antico emporio greco in Egitto, ed attivo verso la fine del II secolo dopo Cristo, Ateneo è un caratteristico esponente di quel movimento culturale che prende il nome di "Seconda Sofistica", e che si era sviluppato già nel primo secolo dell'Impero. Sul piano linguistico, rilevante è il recupero, da parte dei neo-sofisti, del puro attico impiegato dai grandi prosatori del V e IV secolo avanti Cristo: un'operazione di portata notevolissima, se si considera che all'epoca era ormai universalmente diffuso quell'attico 'imbastardito' che è la koiné. Un attico facile e comprensibile è anche la lingua usata da Ateneo nella sua monumentale opera intitolata 'Il Banchetto dei Sapienti', che fu pubblicata dopo la morte dell'imperatore Commodo (192 d. C.). Sulle orme di un illustre precedente, il 'Simposio' platonico, lo scritto di Ateneo è strutturato in forma di dialogo ambientato in un immaginario banchetto, offerto a Roma da un ricco ed influente cittadino. Nella forma che conosciamo, l'opera di Ateneo risulta suddivisa in quindici libri: di questi, l'unico a recare un titolo è il tredicesimo, 'Sulle donne'. Esso vede impegnati in un'accesa gara di erudizione vari personaggi, nel complesso piuttosto modesti quanto a capacità di riflessione critica, ma inclini a corroborare i loro discorsi per mezzo di una ricca messe di citazioni testuali da grandi poeti, prosatori e filosofi del passato.