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Marzabotto è un organismo ibrido, in cui a scene decisamente drammatiche si affiancano corpose parti narrativo-espositive. Una forma di sperimentalismo in cui si può immaginare che l'azione si possa interrompere e che agli attori si sostituiscano gli spettatori con una loro libera e fantasiosa improvvisazione, prefigurando il destino dei deportati. Alla mescidazione di dramma e narrazione si unisce a tratti la rottura dell'unità temporale: nella scena iniziale Pozzolini fa irrompere sul palco i ragazzi di oggi, richiamando l'attenzione sull'importanza fondamentale, sia drammaturgica che politica, di questa presenza. Nel variegato quadro del teatro contemporaneo l'opera del Pozzolini trova una sua 'naturale' e spesso audace collocazione.