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Anche il terzo volume degli studi sulla storia del capitalismo italiano spazia dalla riflessione di lungo periodo ai nodi più recenti di una trama sempre vagliata sullo sfondo del mercato mondiale. Dalla dialettica di decadenza e sviluppo che già nel '600 contrassegna, nella penisola, il nuovo modo di produzione, a quella tra innovazione e ritardo tecnologico che, anche nei tempi più recenti, palesa i "vincoli esterni" dello sviluppo italiano. Largo spazio ha l'indagine su un fronte come quello finanziario e bancario, oggi al centro del dibattito su una crisi globale che ha squassato il mondo. Innumerevoli sono i riferimenti a temi di stretta attualità. Vale per il modo in cui il fascismo affrontò la crisi del 1929, oggi costantemente evocata a pietra di paragone, come per il ruolo che in quelle circostanze ebbero a giocare la Banca centrale, la politica monetaria e il sistema del credito. Persino una "questione settentrionale", argomento di un dibattito sempre rinnovato ma spesso povero di consistenza, trova qui riferimenti che ne indicano le radici nelle guerre economiche degli anni '70 del secolo scorso.