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Un uomo corre attraverso la Martinica. È un vecchio schiavo taciturno che ha passato la sua intera, anonima esistenza in una piantagione di canna da zucchero. Ma ora fugge, e il Padrone si mette sulle sue tracce con un molosso feroce, allevato per sbranare gli schiavi, incattivito dal lungo viaggio per mare, stivato sul vascello negriero. La corsa del vecchio schiavo, scandita da un ritmo che segna la conquista della consapevolezza di sé, diviene un'escursione del passato martinicano. È una corsa mozzafiato - resa per accumulazione d'immagini che si alimentano d'invenzioni linguistiche inesauribili - che porterà il vecchio "marron" ad affrontare la vita come un "guerriero": senza aggressività ma attento a ciò che lo circonda.