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Brevi saggi che valutano l'influenza che i luoghi d'origine, il villaggio, la campagna, hanno avuto come scintilla ispiratrice nell'arte figurativa sarda del Novecento. Un'influenza che nei casi più fortunati, ovvero nelle personalità di autentico talento, si è tradotta in genuina espressione artistica. Il richiamo obbligato è a Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Satta. Il capoluogo barbaricino per costoro rappresenta il legame vitale che unisce l'uomo ai luoghi della sua storia personale ma anche Olzai per Carmelo Floris, Orani per Mario Delitala, Sorso per Pietro Antonio Manca e Monserrato per Cesare Cabras. Un legame permeato di nostalgia, intesa come dolore del ritorno: ritorno con la memoria ad un passato non più esistente o forse mai esistito.