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In questo saggio, redatto nello stile limpido ed efficace che gli è abituale, Klaas Smelik approfondisce uno dei temi sui quali Etty Hillesum, nel diario e nelle lettere, ha più riflettuto: l'odio. Secondo la giovane ebrea di Middelburg, come recita un suo celebre passo, "... quell'odio indifferenziato è la cosa peggiore che ci sia. È una malattia dell'anima. Odiare non è nel mio carattere. Se, in questo periodo, io arrivassi veramente a odiare, sarei ferita nella mia anima ...". Smelik esamina il pensiero e il comportamento della Hillesum nei confronti dell'occupante tedesco che, negli anni del secondo conflitto mondiale, decise e organizzò la deportazione verso i campi di sterminio della maggior parte degli ebrei - cittadini olandesi e stranieri. Grazie a una pregevole introduzione di carattere storico e a un'attenta indagine testuale, lo studioso analizza le convinzioni hillesumiane sull'argomento aiutandoci così a comprenderne l'evoluzione e ad apprezzarne l'originalità.