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L'autore ci accompagna nelle sue dimore che diventano un po' le nostre, di scoperta storica e antropologica per i più giovani, un ri-attraversamento emotivo del vissuto personale per gli adulti. Diventa un itinerario biografico che chiede tempo. Si torna ai luoghi dell'infanzia, si ripercorrono insieme e si scopre un'Italia comune, un Paese che acquisisce molti dei suoi caratteri contemporanei proprio negli anni '50 del Novecento. Lo stupore di un bimbo portato sulle spalle durante il carnevale in Versilia o sospinto tra la folla riunita per le luminarie della festa in onore di un Santo o la gioia di assistere al passaggio del giro d'Italia. È il sentire che negli anni Antonio ha coltivato con il gusto di un guardare curioso che non ama distrarsi. Protagonista del racconto o meglio dei tanti brevi racconti qui raccolti è lo sguardo dell'autore colto nelle diverse età della vita. Una personalissima memoria dei luoghi vissuti, un intimo atlante delle dimore in cui Antonio ha trovato soggiorno per sé, per altri e per altro: le stazioni, le aule di una scuola, un bosco, un giardino, un canneto. E il tempo è sempre lì a portata di mano ma intanto ci sfugge e si allontana.