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Chi è il mio prossimo? - chiedeva un giovane a Gesù: il tuo prossimo - rispose il Signore - è colui il quale ti si presenta davanti, ciò che accade davanti a te, oggi. Tutti noi siamo i prossimi degli altri e occorre una vita per comprenderlo fino in fondo. L'altro, il fratello, sono il più vivo sacramento della mia umanità, solo gli altri mi fanno capire chi sono e verso dove sto camminando. Il papa lo dice chiaramente: ci apparteniamo come fratelli, ci apparteniamo come cristiani. Ci apparteniamo. È una parola forte, a tratti scomoda. Tu mi appartieni, io ti appartengo, sa di costrizione: qui è in gioco la nostra libertà. Che di libertà si tratti è chiaro quando riconosciamo che nella nostra vita possiamo fare a meno degli altri per raggiungere i nostri scopi ma ci sentiamo irrimediabilmente soli. Siamo davvero liberi ma non così tanto da rinnegare ciò che siamo in profondità. Liberi di fare scelte, anche sbagliate, non liberi di pagarne le conseguenze.