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Cinque mesi dopo la liberazione di Vercelli, il 25 settembre 1945, esce il primo numero de L'amico del popolo, giornale della Federazione comunista di Vercelli. In quel periodo gli scampati dai campi di annientamento nazisti, come Primo Levi, vagavano ancora per l'Europa, cercando la strada per tornare a casa. Si portavano dentro, come ha scritto Italo Calvino nel 1948 recensendo Se questo è un uomo ne L'Unità, la pena desolata dell'incredulità, "un'esperienza che passa i limiti del dicibile e dell'umano, un'esperienza che non potranno mai comunicare in tutto il suo orrore a nessuno, e il cui ricordo continuerà a perseguitarli con un tormento della sua incomunicabilità". Il volume raccoglie testimonianze uniche di un periodo che vide politica e società rinascere dalle macerie, nel tentativo di creare un 'mondo nuovo'. Non solo l'incredibile esordio di Primo Levi, ma mille altre vicende attraversano la testata diretta da Silvio Ortona, oggi finalmente riportata alla luce nel suo immenso valore di memoria storica. In allegato la riproduzione anastatica di due prime pagine a grandezza originale.