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"Per venti giorni e più ho sanguinato lungo il meato di una vulva ingrata, anche l'alluce lacrimava, in bianco. Tutto in me spurgava il suo dissenso: spurgava il ventre, il piede sinistro spurgavano i seni e i pori dilatati di fine luglio dentro una canicola in assenza di vento. Venne la febbre e la febbre portò via l'infezione, il sangue, lo spurgo; non il coagulo delle mie interiora. Fui madre ancora, per un'ultima volta."