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L'Affaire Dreyfus, grazie all'impegno di Zola, ha cominciato a dare un peso prima sconosciuto alla figura dell'intellettuale nella vita politica. Ma chi sono questi intellettuali? Da dove vengono? Di cosa vivono? Per lo più di provenienza urbana, e strettamente imparentati con i mercanti e con i politici, anche gli intellettuali, secondo Berth, vendono una merce, una merce politica: le idee. Berth si scaglia contro tutti questi profeti della Ragione, che pretendono di vendere la "Verità una e universale", i "fanatici dell'Unità Assoluta", eredi di un certo hegelismo progressista, pagati dall'élite per imborghesire le masse proletarie e sedarne la carica eversiva. Berth, con questa critica all'intellighenzia borghese, che pretende di parlare in nome di un popolo che non conosce, si cimenta nella critica dello Stato e della sua funzione educatrice. Il suo sindacalismo rivoluzionario vuole ribaltare l'ordine borghese e trovare un equilibrio tra conservazione e rivoluzione. Berth tenta di conciliare il "populismo" di Proudhon con l'aristocrazia dello spirito di Nietzsche, al comunismo di Marx vuole includere l'individualismo stirneriano. Introduzione di Lorenzo Vitelli e con una lettera di Georges Sorel.