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L'idea di scrivere "Fullball" nasce dal proposito di pescare, un po' a caso, nel flusso del tempo per ritrovare volti, immagini ed emozioni da preservare dalla polvere dell'oblio. Il tentativo è quello di provare a fermare frammenti di vite così normali da sembrare straordinarie. "Fullball" è il modo in cui mia madre chiamava il calcio, ma anche una parola capace di evocare un mondo che ormai non esiste più fatto di partite memorabili, bar dove si discuteva di calcio e politica e portieri con tre sole dita nella mano destra. Prefazione di Paolo Solier.