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«C'è una continua stasi verticale, un'onda magnetica, sottile eppure melliflua, in questa raccolta d'esordio di Francesco Elios Coviello, dal suggestivo titolo L'oltranza. E titolo non fu mai più azzeccato, dato che, leggendo l'intero lavoro, si ha come la percezione che il giovane autore barese proceda per esasperazione, per un eccesso di ossessione (qui sempre necessaria e mai accessoria) e dunque per una sorta di espiazione spirituale tramite la parola stessa della poesia. Ed è questa una poesia densa, che risulta sgangherarsi per dirsi al mondo, in quel mondo visto sempre di sbieco, quasi liturgicamente rivolto verso un assente che però è pregno di segni vitali, di echi e suggestioni sia terrene che metafisiche e astrali. [...]» (dall'introduzione di Antonio Bux)