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La lettura di questo libro risulta una affascinante avventura carica di scoperte e di meraviglie. Utilizzando l'artificio della lettera, chi scrive ha modo di incontrarsi e dialogare realmente con la persona a cui la stessa lettera è indirizzata. Prima di essere partecipazione di messaggi è comunicazione d'amore. Il destinatario della lettera non è mai indistinto: ha un proprio nome e un volto ben chiaro; la sua storia personale non è estranea a colui che scrive. Tuttavia il dialogo non si esaurisce tra i due. Ciascun lettore nel destinatario ritrova se stesso. Lo scrivere, come si è già detto, non era per mons. Bello un atto accademico, ma rispondeva ad una esigenza reale e partiva da situazioni concrete: voleva dare risposte a bisogni dinanzi ai quali egli stesso si era scontrato. L'incontro con Maria non si esaurisce nell'atteggiamento di contemplazione dinanzi alla ricchezza di così grande mistero che la donna di Nazaret ha vissuto e partecipato. Se poi la lettera è rivolta ai catechisti, essa diventa prototipo di catechesi. Anche la preghiera, se è realmente incontro con Dio, non può permettere all'uomo che prega di distrarsi dal suo impegno quotidiano nel mondo.