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La Fondazione CastelPergine Onlus dedica all'artista trentino Pietro Weber e alle sue terrecotte la ventottesima (la terza a propria ideazione) grande mostra annuale di scultura monumentale nelle aree all'aperto comprese tra le due cinte murarie del Castello e nel Palazzo Baronale, al secondo piano del quale l'esposizione si conclude con un omaggio grafico-pittorico a Kafka. Il soggetto principale della mostra sono 12 torri: opere site-specific alte circa tre metri, frutto di un anno di ricerca e lavoro. Ciascuna è come uno ieratico capitolo di un libro o l'elemento polisemico di una grande scacchiera che l'artista, curatore anche dell'allestimento, ha voluto disegnare scegliendo accuratamente uno spiazzo tra le rocce, un angolo di bosco, un terrazzamento o una nicchia e la distanza dalla quale ogni torre avvista l'altra, contrappuntando quelle storiche. Delle "vere" torri vengono interpretati i ruoli di potere e difesa, vigilanza e dominio, protezione e monito, custodia e prigione. Misteriose teste umane, che trasmutano le architetture in corpi, si trovano al posto delle culminazioni edificiali: hanno fantasiose fogge e copricapi inverosimili, reminiscenze o emanazioni di remote..