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Nel pensiero dei maestri fondatori - Kano in primis - il Bu-do è per tutti, va diffuso come cultura popolare. Infatti, se si aspira ad una società migliore, il Bu-do nelle sue varie forme dovrebbe essere insegnato innanzitutto ai giovani, situandosi al di sopra d'ogni diversità culturale, generazionale, confessionale, economica. Il Bu-do moderno si propone come una Via educativa per la vita, un metodo psico-fisico articolato in tre livelli facoltativi e in tre tappe obbligatorie per ciascun livello. Ogni genuina specialità del Bu-do accredita la conoscenza, coniata dal taoismo classico, dei tre lavori tipici che configurano il do: il lavoro esterno {wai kong), il lavoro interno {nei kong) e il lavoro spirituale (shen kong), impegni personalissimi che segnano livelli di conoscenza e di essere. Livelli facoltativi, perché scelti secondo aspirazione o vocazione, ma possibili d'essere effettivamente conquistati secondo la propria capacità e destino, ovverosia secondo volontà cosciente. Le tappe obbligatorie per ciascun livello si riepilogano nel paradigma metodologico chiamato shu-ha-ri. Per chi intraprende un'arte marziale, la conoscenza "interna" proviene da altri: da quelli che sanno; in ciò non differisce dall'istruzione "esterna"; tuttavia si coltiva con uno sforzo d'interiorizzazione unicamente personale. Sforzo - o lavoro - che si realizza sintetizzando la conoscenza ricevuta dal maestro con le intuizioni apportate dal proprio sguardo interiore; sforzo che prosegue con l'autocritica di ciò che si è e finisce con la conoscenza di ciò che consapevolmente si può diventare.