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Interpretare le linee del volto per derivarne il carattere, è sempre stato un assillo dell'uomo per cercare di scoprire quella strana mescolanza di pensieri, idee fantasie, emozioni, e quant'altro, che costituisce quella parte non visibile che chiamiamo anima. Ogni filosofo a cominciare da Aristotele si è cimentato in questa impresa, al fine di svelare quel mistero che da sempre accompagna l'uomo e che per questo non sempre si manifesta, se non ci fosse quella interdipendenza anima e corpo che fanno di quest'ultimo la fenomenologia di quello che oggi, preferiamo chiamare psiche. La domanda a cui rispondere allora è sempre la stessa, fin dalla notte dei tempi e riguarda il come e quali siano quei segni corporei specifici, in cui si iscrive e poi si manifesta il vissuto di ognuno di noi. I mezzi per cercare di cogliere questo incomprensibile che riguarda appunto questo vissuto, sono di vari tipi. Avrei potuto utilizzare per la mia competenza sia l'habitus chirurgico che quello psicologico per tentare di fare una sintesi. Ma ho preferito legarmi al passato attraverso una antica scienza che oggi non è più tale e che si chiama fisiognomica.