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Come scrive Ferdinando Scianna: «... la fotografia è una struttura etica del racconto e della memoria» e Monochrome è un libro non solo da "guardare" ma da leggere in ogni sua sezione, corredata da riflessioni, citazioni di diversi Autori e grandi maestri della fotografia, da stimolare considerazioni e osservazioni personali. Francesco Carracchia, dopo un'introduzione storica essenziale ma molto didattica, spiega perché una buona parte della più alta Arte in Fotografia, da Ansel Adams a Sebastiao Salgado solo per citare i più noti, sia stata raggiunta in tonalità di grigio, concentrandosi soprattutto sul dato di fatto che, in un'immagine, il colore possa essere "distraente" mentre il bianco nero costringe il nostro cervello ad un lavoro di trasposizione e di decodifica della realtà visiva e quasi "costringe" ad una focalizzazione sulle forme e sulla composizione dell'immagine. L'Autore conduce alla scoperta dei segreti della fotografia in bianco e nero e delle caratteristiche che questa arte sa regalare, suggerendo la necessità di «imparare a vedere prima di fotografare» perché "fotografare può diventare un modo per imparare a vedere".