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Sulla base del documento trecentesco, trascritto da Menichetti, Ajò ha immaginato dodici personaggi a figura stante e in posa frontale, con le braccia e le mani atteggiate in modo sempre diverso, al pari delle movenze delle teste e dei volti. Alcune testimonianze grafiche conservate nell'archivio Ajò, ci fanno capire come la varietà delle soluzioni proposte, tese a caratterizzare il costume di ogni compagnia, si basasse principalmente, secondo le intenzioni del maestro eugubino, sulla differenziazione di due indumenti, le «calzebrache» ed il «sorcotto», seguendo entro i limiti del possibile le scarne indicazioni documentarie. La «pregevole serie di cartoline illustrate da Aldo Ajò», al pari del documento a cui esse sono ispirate, ha offerto di recente un riferimento essenziale per determinare le «tipologie cromatiche» dei vessilli delle contrade di Gubbio realizzati a cura dell'Associazione Maggio Eugubino nell'ambito del progetto Imbandieramento Medievale.