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Vai alla tua prima manifestazione e ti scordi chi sei, dove abiti e perfino come ti chiami. Stai lì, in mezzo, e non canti canzoni, non ritmi slogan: tu sei canzone e slogan. Sei lo striscione; sei il manico di piccone con una bandierina italica di sei centimetri quadrati appesa in punta; sei il sasso tirato contro la vetrina di una banca; sei la sirena della polizia e il lacrimogeno; sei la molotov che parte incendiaria; sei le cariche dei celerini, il fuggi-fuggi che si ricompatta due vie più in là e parte di nuovo alla carica; sei il camerata che si asciuga il sangue dalla fronte, seduto sullo scalino del marciapiede; sei il gomito a gomito del "serriamo i ranghi"; sei la ritirata tra i vicoli incerti del tuo "ben fatto"... Poesia e nichilismo, giovinezza e barricate, ferro e fuoco, amore e rivoluzione. In queste pagine, appuntate sulle mosse di una metaforica partita a scacchi, è proiettata l'immagine inquieta di uno spirito ribelle. Un cane sciolto senza nome, irriverente e ostinato, la cui sola fedeltà manifesta è a quello spirito di contraddizione che non ammette maschere, dogmi, misure e compromessi.