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La contrapposizione tra Apollo e Dionisio è leggenda, è filosofia. Apollo l'ordine, Dionisio l'ebrezza. In questi racconti il mito declina su ragazzi, uomini, dei nostri giorni: un poeta omicida, un matto innamorato, un ciccione esistenzialista; le pulsioni di un adolescente che scopre per la prima volta il desiderio sessuale: un ottantenne che vive per un'interminabile partita a scacchi: un tossicodipendente accovacciato sul marciapiede sotto il suo ultimo tramonto. Nel lento declino dell'etica e dell'estetica, quattordici personaggi raccontano l'ardente diatriba tra ragione e anarchia. Pochi di loro, sfortunatamente, arrivano a comprendere che l'unico modo per resistere al tormento della vita è quello di trovare l'equilibrio tra la melodia della lira di Apollo e il sacro bastone di Dionisio. Lasciarsi ferire da Dionisio, senza mai smettere d'ascoltare la musica del mondo e, soprattutto, di sorridere della nostra vanità e dell'immagine che abbiamo di noi.