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La raccolta di poesie "Utero della bassa" parla di come si vive in una provincia qualsiasi trincerata dalla nebbia e distante milioni di miglia dal primo vero centro urbano. Ci sono figure patetiche e personaggi infami, comunali che rubano soldi e non timbrano cartellini, un sesso mangiato frettolosamente e il malessere di chi vuole scappare ma non può, perché frenato dalla muraglia di nebbia spessa quanto il suo non saper fare. Inedia, rabbia, follia e sesso, ferocia e desiderio di non restare soli sono i temi di questa silloge, che vuole dire dal profondo dell'animo umano quanto sia meschino il crescere tra gli uomini nella palude di una pianura morta che si vanta prima in una penisola di fantasmi.