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Quattro grandi periodi scandiscono la storia religiosa e culturale dell'Iran: quello della religione antica col formarsi della dottrina di Zaratustra, quello della religione medievale mazdea, quello del primo Islam persiano, quello moderno in cui la Persia si isola dai mussulmani «ortodossi» e genera, in pieno sec. XIX, la nuova religione Bâbî-Bahâ'î. È possibile stabilire una continuità tra questi grandi momenti? Una continuità diretta, no; un aspetto unitario, si, derivante in ciascuna delle fasi dall'apporto del mondo gnostico-mesopotamico. Questa la tesi scientifica che il Bausani si propone. E tuttavia considerare il suo libro come una pura trattazione di storia religiosa sarebbe limitarne la portata. Subito il discorso si anima, fin dai titoli delle tre parti che lo compongono: Il Ciclo e l'Angelo (cioè il Tempo Ciclico, il platonismo angelizzato); l'Intelletto Rosso (nome preso in prestito ad un trattato mistico, per accennare all'universo di «simboli corposi» tipico della teologia iranica); l'Iddio che muta (cioè il Dio islamico, arbitrario e personale).