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«"Lo sguardo estremo" è una silloge poetica che definiamo geometrica: parliamo della geometria di un dolore, un dolore circolare, sgranato come un rosario lungo i misteri della vita e della morte [...]. E se lo sguardo estremo della madre è tale, dovremo trarne che oltre quello sguardo si debba aprire necessariamente e circolarmente qualcos'altro. [...] Dal deserto muto del dolore, la parola. Appena depositata la polvere di tutto il dolore, è tempo di ricominciare a sillabare, appunto, a nominare le cose dal grado zero. La vita trova un varco laddove è possibile nominare il dolore annoverandolo tra tutte le altre cose sulle quali siamo inciampati, sin da bambini.» (dalla prefazione di Anna Lana)