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Cinquantamila persone in Italia e milioni nel mondo vivono in carcere, in un equilibrio di codici imposti e autoimposti, indecifrabili per chi non conosce la detenzione. Superati i codici restano solo uomini e donne che cercano di sopravvivere. Marco Delogu ha ritratto i detenuti del carcere di Rebibbia (che in questo contesto non è il carcere di Roma ma rappresenta il carcere "universale", un simbolo senza nazione), indagando la relazione tra le persone e l'ambiente che le circonda.