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Il progetto della Facoltà di Ingegneria di Napoli è un'esperienza unica nel panorama dell'architettura europea del dopoguerra, un'opera importante nella biografia artistica del suo principale artefice, Luigi Cosenza, ma altrettanto significativa per la comunità di tecnici e artisti che l'hanno condivisa e portata a compimento grazie a una rara capacità di "fare squadra", di mettere da parte gli interessi individuali in favore dell'istituzione. La parola "fabbrica", nel suo significato più comune, indica un edificio destinato alla produzione ed è sembrata adatta a definire la scuola dove si formano le nuove generazioni di ingegneri. Il libro, oltre che descrivere, attraverso un ricco repertorio di disegni e documenti, un'opera d'architettura non ancora abbastanza conosciuta, racconta la storia esemplare della sua costruzione e i suoi tanti protagonisti. I protagonisti di questo libro sono dunque loro, gli ingegneri e i professori della Facoltà: Luigi Cosenza, Adriano Galli, Michele Pagano, Luigi Tocchetti, Marcello Picone, per citarne solo alcuni. E ingegneri sono stati anche Giovanni Travaglini, dirigente del Provveditorato alle Opere Pubbliche e Gabriele Mucchi, pittore, tra gli artefici delle decorazioni artistiche. Decisivi anche i contributi degli artisti Paolo Ricci, Domenico Spinosa e Eugenio Carmi per le opere d'arte e del paesaggista Piero Porcinai per il progetto interno ed esterno del verde. Scritti di Gaetano Manfredi, Piero Salatino, Jean-Louis Cohen, Pasquale Belfiore, Roberta Amirante.