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Sono passati poco più di cent'anni da quell'11 luglio del 1914, quando la pubblicazione del celebre Manifesto santeliano gettava le basi di un'avventura, quella dell'architettura futurista, che si può considerare oggi ancora non conclusa. Le influenze esercitate dai manifesti e dall'iconografìa futurista sull'architettura contemporanea sono infatti plurime e possono essere lette a vari livelli e da diversi punti di vista. È quello che si è cercato di fare in questo volume, cui hanno contribuito storici dell'arte e dell'architettura - tra i quali alcuni dei massimi studiosi di futurismo italiani - oltre a critici e progettisti, tutti chiamati a fare un resoconto dei "vaticini" contenuti negli scritti e nelle opere dei futuristi e a individuare quelle valenze inespresse che, legittimate dal punto di vista contemporaneo, possono essere definite delle vere e proprie "profezie". Le folgorazioni futuriste reperibili in testi, disegni, dipinti, sculture, infatti, se poste accanto agli attuali indirizzi architettonici, rendono evidente quanto ci sia in comune tra momenti così distanti nel tempo, ma vicini in termini di provocazioni, atteggiamenti e stimoli. All'interno del volume trova spazio, inoltre, un approfondimento dedicato al rapporto tra futurismo e architettura mediterranea e, in particolare, quella caprese.