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Il progetto e la costruzione delle case popolari attraversano il dibattito architettonico dei novecento con un percorso privilegiato nel quale l'architettura moderna ha espresso più compiutamente la sua idea di casa e di città. Dagli isolati della prima periferia operaia ai quartieri razionalisti, ai complessi residenziali, l'espansione urbana di questo secolo registra puntualmente nella periferia le sperimentazioni, le speranze e gli errori di una progettazione delle nuove parti urbane che si volevano più razionali e civili di quelle ottocentesche. La periferia costruita, affatto diversa dalla città storica, oggi ci appare come una parte urbana tralasciata, completamente esclusa da ogni riflessione analitica e avulsa dal dibattito sul recupero urbano. La Napoli moderna si mostra soprattutto come città di case e strade, giustapposizione di interventi pubblici residenziali che attendono oggi di essere ripensati, distrutti o recuperati a seconda delle valutazioni urbanistiche e architettoniche che di essi si danno. Il libro contiene oltre ad un saggio sul rapporto tra piani e architetture, un atlante di quartieri popolari che, dalla fine del secolo scorso fino al terremoto del 1980, costituisce una rassegna esaustiva sull'argomento e può essere letto anche come una "guida" per scoprire e riconoscere singoli interventi e come una storia edilizia dello sviluppo recente della città.